Applicazione del massimale contributivo
Sempre più spesso l’INPS intima ai datori di lavoro il pagamento di ingenti differenze contributive e sanzioni a causa dell’erronea applicazione del massimale contributivo.
Perché?
- La contribuzione INPS è soggetta ad un massimale (pari, per il 2022 ad Euro 105.014,00, e per gli anni precedenti ad importi progressivamente inferiori). Per i dipendenti che percepiscono una retribuzione annua superiore, la contribuzione INPS si calcola comunque entro i limiti di tale massimale.
- Tuttavia la legge prevede che questo massimale sia applicabile solo a coloro i quali non hanno una anzianità contributiva antecedente al 1° gennaio 1996.
Calcolo dell’anzianità
È quindi fondamentale, al fine di evitare errori nel calcolo della contribuzione da versare all’INPS, assicurarsi se tali lavoratori abbiano o meno una anzianità contributiva antecedente al 1° gennaio 1996, posto che:
- se tali lavoratori NON hanno un’anzianità contributiva antecedente 1° gennaio 1996: i contributi previdenziali vanno conteggiati nel limite del massimale annuo stabilito dall’INPS;
- se invece tali lavoratori HANNO un’anzianità contributiva antecedente alla suddetta data, i contributi vanno conteggiati sull’intera retribuzione percepita dal lavoratore.
In base a tale semplice informazione, quindi, cambia radicalmente il regime di calcolo della contribuzione previdenziale.
Reperimento delle informazioni
Ma ottenere una informazione accurata sul punto può essere più difficile di quanto si pensi:
In primo luogo, il dipendente può, anche in buona fede, fornire informazioni inesatte, ad esempio ignorando periodi di contribuzione relativi ad attività diverse dal lavoro subordinato (ad esempio rapporti di agenzia).
Inoltre, una anzianità contributiva antecedente al 1° gennaio 1996 può essere acquisita dal lavoratore anche nel corso di un rapporto di lavoro instaurato successivamente a tale data, per effetto di riscatti o accrediti figurativi di periodi precedenti e valevoli ai fini contributivi (es. anno di leva obbligatoria, anni di studi universitari, anni di tirocini/pratica, periodi di lavoro all’estero).
In tutti questi casi, se il datore di lavoro è in possesso di informazioni errate, è esposto al rischio di ricalcolo della contribuzione previdenziale da versare all’INPS sulla base retribuzione effettivamente percepita dal lavoratore (e non più nel limite di quella individuata dal massimale INPS).
Prevenzione dei rischi
Cosa fare per prevenire questi rischi?
Abbiamo individuato e predisposto una serie misure e strumenti per prevenire e gestire i rischi connessi all’erronea applicazione delle regole relative al massimale contributivo INPS.
Il team di employment è a vostra disposizione.